La politica italiana è molto complicata

La politica italiana è molto complicata, e ogni volta che il Paese si trova in emblematiche crisi la problematica riappare. E il popolo fa molto poco e non sempre fa sentire la propria voce con il peso e l’interesse che merita.
di Michele Luongo 

La politica italiana è molto complicataLa politica italiana è molto complicata e non sempre rispecchia l’espressione della volontà dei cittadini che con molta disinvoltura viene offesa e raggirata. Probabilmente il virus, per restare nel campo del contagio, si trova proprio in quella Carta Costituzionale che ha sì nobili principi ed ideali, ma con il trascorre degli anni si scontra sempre più con una farraginosa applicazione. 

E ogni volta che il Paese si trova in emblematiche crisi la problematica riappare, cosi anche con questa ennesima crisi politica, dove il tema imperante dovrebbe essere l’urgenza, ci troviamo ad assistere a pomposi cerimoniali che danno lo specchio della lontananza della politica dai cittadini.

Di esempi, purtroppo, si susseguono dai pentapartiti ai governissimi, hanno sempre avuto un solo filo conduttore l’interesse dei partiti e dei politici, quasi sempre molto lontano da quello reale del popolo.

Difatti di fronte a gravi situazioni come quelle da mani pulite ad oggi la politica camaleonte ha sempre scelto un nuovo bel vestito e seguito la direzione del vento, non curandosi delle promesse e dei programmi per i quali i cittadini li avevano scelti per rappresentarli.

Come si vede si ritorna alla Costituzione che permette questo “gioco politico” di certo non a favore del popolo italiano. Da qui, prima o poi bisognerà partire per non essere sempre dal punto a capo. Una riforma politica concreta che permetta la certezza della guida e della governance del Paese per il normale periodo dell’intera legislatura. 

La politica italiana è molto complicata, ma il popolo fa molto poco e non sempre fa sentire la propria voce con il peso e l’interesse che merita. E’ un evidente problema di cultura politica cui i partiti si sono sottratti dal proprio ruolo trovando più facile e comodo governare con le urla e le promesse, lasciando troppo spesso l’etica, la dignità, i valori.

Cosi ci troviamo ad assistere ad una ennesima crisi, questa molto più grave delle tante, ma mai come adesso si è vista tanta pochezza politica. Una situazione esplosa nella sua drammaticità proprio con l’avvento della pandemia coronavirus; chi doveva essere pronto e chiamato a gestire le problematiche di una Nazione, di uno Stato non era pronto, non era all’altezza.

Ritardi su ritardi, errori su errori, e decisioni al limite dell’assurdo, senza alcuna strategia se non quella di rimandare e nel frattempo si è creato un disastro sociale ed economico. E, attenzione, solo per darvene il senso, questo governo Conte nell’ultimo anno ha speso la bellezza di 150 miliardi, senza dare valore al tessuto produttivo. 
E il tam tam del politicamente corretto di cosa ci parla dei 220 miliardi del Recovery Fund, fondo garantito dal bilancio UE, avete capito bene, 150 miliardi buttati cosi al vento, e tutto il caos è per i 220milairdi per il Recovery Plan che dovranno arrivare.

Ma adesso c’è Mario Draghi, forse, da questa situazione è la sola persona che può tirarci fuori, poi… probabilmente saremo punto a capo. Chissà per adesso questa è l’espressione della politica italiana.

 

di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (06/02/2021)

 

 

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