Melinda, l’ impianto, il primo e unico al mondo realizzato per la frigo-conservazione di frutta in ambiente ipogeo e in condizioni di atmosfera controllata.
Redazione
Ecco alcuni degli elementi che rendono rivoluzionario e incredibilmente sostenibile le celle ipogee di Melinda: ottimizzazione di una cavità mineraria esistente, risparmio di territorio e salvaguardia del paesaggio agricolo, riduzione del consumo di energia e dell’immissione di CO2 nell’atmosfera, diminuzione di utilizzo idrico, uso della geotermia, eliminazione dei pannelli coibentanti.
L’ Impianto Ipogeo Per La Frigo-Conservazione Delle Mele Melinda è posto all’interno della miniera di Rio Maggiore, c’è un ammasso roccioso di circa 80 ettari costituito interamente da roccia Dolomia (carbonato doppio di calcio e magnesio di cui sono fatte le Dolomiti) formatosi circa 200 milioni di anni fa quando – durante la fase di deriva dei continenti – la zolla continentale Africana si è spostata verso Nord, cioè verso quella Euroasiatica, determinando il corrugamento della crosta terreste e quindi l’emersione delle Alpi dalle profondità marine. In quel periodo, il clima era simile a quello dei Caraibi e infatti molti minerali presenti contengono alghe fossili.
L’ impianto, il primo e unico al mondo realizzato per la frigo-conservazione di frutta in ambiente ipogeo e in condizioni di atmosfera controllata, è stato realizzato per soddisfare la necessità di numerose Cooperative Melinda di aumentare gli spazi per lo stoccaggio delle mele e far fronte a una crescente produzione.
Tra il 2010 e il 2012, il considerevole lavoro di ricerca – sia teorica sia pratica – svolto da Melinda e Tassullo, con il supporto di numerosi istituti italiani ed esteri, ha evidenziato la considerevole riduzione dell’impronta ambientale complessiva dell’opera e la diminuzione dell’impatto economico, grazie ai minori costi rispetto a quelli medi connessi alla realizzazione di un equivalente impianto in epigeo.
Le celle ipogee di Melinda si trovano a circa 575 metri s.l.m., a 900 m dall’ingresso della miniera e 275 m sotto gli alberi di melo coltivati in superficie. Le Celle, ognuna delle ventitré celle è lunga 25 m, alta 11 m e larga 12 m ed è in grado di contenere circa 2.800 bin da 300 kg l’uno, cioè quasi 90 vagoni (900.000 kg). L’impermeabilità ai gas è garantita dalla struttura della roccia e da un sottile strato di spritz-beton, mentre la coibentazione termica è assicurata dall’ammasso roccioso che, una volta raffreddato fino a 5-7 m di profondità intorno alle celle, in uno o due anni, fungerà da isolante termico per le celle stesse.
Le celle sono tutte dotate dei più moderni dispositivi tecnici e di sicurezza come, ad esempio, gli assorbitori esterni della CO2 in eccesso rispetto al valore ideale per la conservazione e la composizione standard dell’aria interna. Prima di procedere all’apertura delle celle, dei semafori danno la luce verde.
Quest’opera contribuisce in maniera determinante alla salvaguardia del nostro ambiente, grazie:
1.alla riduzione del consumo di energia (che significa diminuzione dell’immissione di CO2 nell’atmosfera); 2.al forte risparmio idrico conseguente alla possibilità di usare la geotermia per il raffreddamento dei compressori;
3.all’eliminazione dei pannelli coibentanti in poliuretano espanso, il cui smaltimento genera forte inquinamento;
4.alla salvaguardia del paesaggio e del territorio agricolo derivante dalla non realizzazione di un nuovo grande capannone in superficie.
Good Energy Award 2015- Il riconoscimento ideato da Bernoni Grant Thornton che premia le imprese italiane che maggiormente hanno investito in iniziative verso l’ambiente, l’economia e il territorio tramite interventi volti al risparmio e al contenimento energetico. ( http://www.melinda.it )
Redazione
(13/03/2017)
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