Verdicchio, l’export cresce

Il Verdicchio corre sui mercati esteri (e trascina tutte le Doc marchigiane). Le vendite all’estero di vino Made in Italy da qualche anno a questa parte registrano un incremento dei valori esportati. Un trend positivo che vede i vini marchigiani come il Verdicchio che fra il 2006 e il 2014 hanno visto il proprio valore crescere di circa il 30%”. 
di Giorgio Dell’Orefice

 

Uva-VerdicchioUndici milioni di euro investiti in promozione dei vini marchigiani sui mercati esteri (Verdicchio in primis) e che hanno spinto il giro d’affari dell’export dai 30 milioni di euro del 2005 agli oltre 50 di oggi. Numeri significativi quelli emersi nel corso dell’incontro “Italia&Marche, vigneti a confronto: scenari, trend e performance sui mercati esteri” che si è tenuto a Fermo (Ap) nella giornata inaugurale della manifestazione Enoliexpo giunta alla sua seconda edizione, e che racconta il positivo momento dell’export vitivinicolo targato Marche.

Il vino diventa sempre più “bevanda sociale” .
Il buon andamento delle esportazioni dei vini marchigiani si è inserito in uno scenario in continuo movimento. “Secondo le nostre stime – ha spiegato il responsabile di Winemonitor, Denis Pantini – l’export vitivinicolo italiano chiuderà il 2015 a 5,1 miliardi di euro. In lieve aumento rispetto allo scorso anno. Ma ciò che più importa è notare come stia cambiando la percezione del vino che sui mercati più dinamici (Usa e Uk in primo luogo) passa da bevanda elitaria a bevanda “sociale” sostituendosi sempre più ai consumi di birra.
Il futuro quindi ritengo sia positivo per il vino italiano, perché la ripresa economica mondiale insieme al deprezzamento dell’euro sul dollaro possono rappresentare i presupposti di una nuova crescita”.

In aumento il prezzo dei vini esportati.
L’altro elemento emerso con chiarezza riguarda le quotazioni dell’export. “Le vendite all’estero di vino Made in Italy – ha aggiunto Pantini – da qualche anno a questa parte registrano un incremento dei valori esportati a fronte di un leggero calo dei volumi. Aspetto che si rispecchia in un positivo trend del prezzo medio passato nell’ultimo anno da 2 a 2,13 euro al litro. E meglio ancora è andata per i vini marchigiani come il Verdicchio che fra il 2006 e il 2014 hanno visto il proprio valore crescere di circa il 30%”.

Il successo all’estero legato alla politica di promozione.
Il vero e proprio magic moment che i vini marchigiani stanno vivendo all’estero e tutt’altro che casuale ma è legato a doppio filo alla politica di promozione avviata in questi anni dall’Imt (Istituto marchigiano di tutela che riunisce tutte le 21 denominazioni regionali). “Grazie ai fondi messi a disposizione dall’Ocm vino – ha spiegato il direttore dell’Imt, Alberto Mazzoni – abbiamo letteralmente rivoluzionato la politica di promozione all’estero del vino. Ci siamo concentrati su quattro mercati (Usa, Regno Unito, Giappone e Cina) sui quali abbiamo avviato decine di iniziative che hanno toccato molteplici città’. E tutto questo è stato possibile grazie alla positiva sinergia che si è creata fra aziende grandi e pmi del vino”. La chiave di volta di questa collaborazione è stata individuata proprio nelle modalità previste per fare promozione. “Le norme Ue richiedono per gli investimenti in promozione  – spiega ancora Mazzoni – un tetto minimo di investimento di 100mila euro. Nella nostra regione solo 3 o forse 4 aziende sono in grado di realizzare un progetto di queste dimensioni. Mentre invece attraverso le nostre aggregazioni siamo riusciti a coinvolgerne centinaia”.
Un effetto virtuoso questo legato al tetto minimo di investimento che invece a livello nazionale è percepito come un vincolo. Tanto che, nella riflessione che si sta portando avanti sulla modifica dei criteri di gestione degli investimenti in promozione, qualcuno lo vuole addirittura eliminare. Forse sarebbe meglio rifletterci su.   (  http://food24.ilsole24ore.com  )

 

   di Giorgio Dell’Orefice
      (02/02/2015)

 

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