Vinitaly2018 conferma e rilancia con professionalità l’appeal internazionale. Degustazioni, verticali, seminari, convegni, incontri, presentazioni, master class, una miriade dì’iniziative, con un evidente aumento di categorie per il business del settore d’interesse internazionale.
di Michele Luongo
Vinitaly2018 conferma e rilancia l’eccellente piattaforma che raggiunse sempre più i mercati internazionali e diviene strumento business per le imprese del comparto. Come lo dimostrano la compresenza di Sol&Agrifood, Salone internazionale dell’agroalimentare, Vinitaly International e le recenti operazioni di Veronafiere, vedesi Verona Parma Exhibition, Bellavita Expo e Veronafiere do Brasil, più che una risposta per ogni incredulo.
Vinitaly2018, la 52^ edizione dal 15 al 18 aprile nell’area espositiva di Veronafiere fa registrare numeri da invidia, 128 mila visitatori, provenienti da 143 nazioni, 4.380 aziende espositrici, da 36 paesi, 32 mila presenze di Buyer esteri accreditati, che rispecchia la crescente professionalità che hanno sviluppato gli operatori, e la forte propensione al business del mondo vitivinicolo.
Dell’opportunità di Vinitaly, infatti, se ne stanno accorgendo sempre più anche le aziende estere, continua crescita degli importatori, distributori, titolari di wineshop, ristoratori, sommelier, e per la prima volta anche una delegazione d’importatori dal Kenia, ed è in continua crescita la presenza dei buyer provenienti da Israele, mentre la top ten delle presenze assolute vede primi i buyer da USA seguiti da quelli provenienti da Germania, Regno Unito, Cina, Francia, Nord Europa (Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca), Canada, Russia, Giappone, Paesi Bassi insieme al Belgio.
Vinitaly2018 ha mostrato una prosperosa consapevolezza del proprio appeal internazionale. I produttori hanno curato la partecipazione con prodotti di qualità, posto impegno nella cura del design degli stand, ed organizzato incontri collaterali, ponendo particolare attenzione alla comunicazione.
Degustazioni, verticali, seminari, convegni, incontri, presentazioni, master class, una miriade dì’iniziative per il nettare degli Dei, bevanda di convivialità che sa unire la tradizione e la contemporaneità della storia dell’uomo. Convegni di assoluta importanza citiamo quelli de La Collina dei Ciliegi: L’Evoluzione della Specie – Valpantena, il Gruppo Lunelli: Bisol, dal 1542 il futuro del Prosecco Superiore; i 50 anni dal riconoscimento della Doc Montepulciano d’Abruzzo, Allegrini: Il racconto dell’evoluzione nella produzione dell’Amarone, che danno il senso della partecipazione a Vinitaly.
Tra gli stand abbiamo riscontrato il concreto impegno da parte dei produttori ad avere e presentare vini di qualità, lo standard si è elevato moltissimo. In un lungo percorso, dove ogni calice racconta un territorio straordinario vocato alla viticoltura con le sue molteplici peculiarità, ci lasciamo ai magnifici sorsi, in Sicilia con il passito Ben Ryè di Donnafugata e il Nero d’Avola Santa Cecilia di Planeta, in Alto Adige con il meraviglioso bianco Beyond the Clouds di Elena Walck, in Trentino con l’eccellente sparkling Giulio Ferrari Riserva, Ferrari Trento, e lo Zero Infinito di Pojer e Sandri. In Basilicata l’Aglianico del Vulture Donpà del Regio Cantina. In Lombardia le sensazioni del Franciacorta Cuvèe Annamaria Clementi Riserva di Cà del Bosco, e il Metodo Classico esaltato al massimo livello dallo Chef Leandro Luppi, presentato da Le Morette. In Campania la certezza dell’ottimo Taurasi Opera di Cavalier Pepe, il Taurasi DOCG riserva di Salvatore Molettieri, e il Piano Montevergine Taurasi dei Feudi di San Gregorio, e il Radici di Mastroberardino.
In Veneto, dove non si discute la qualità, è forte la continua ricerca a migliorarsi, una bella immagine di positiva competizione, sorseggiando l’Amarone Bertani scopriamo la bellezza dell’emozione del vino, una continua vibrazione che procede con il calice dell’Amarone Allegrini, una soluzione di continuità con l’Amarone Masi, e de La Collina dei Ciliegi, e naturalmente il prosecco con il Prosecco Superiore, Cartizze di Villa Sandi, che per l’occasione ha presentato La Ribolla Gialla delle tenute di Spilimbergo in Friuli.
Dal Veneto ci spostiamo in Toscana, e qui degustare l’eccellente Carmione e il Carmignano di Fabrizio Pratesi, vini così avvolgenti, è occasione da non perdere. Come l’eleganza della Tinata di Monteverro, e la perfetta armonia del Brunello di Montalcino Tenuta Greppo di Biondi Santi e il Bolgheri Superiore Guado al Tasso dei Marchesi Antinori, e dai Colli Fiorentini, senza vie di mezzo, il Bruzzico di Malenchini, poi, una bella scoperta, l’eccellente Sangiovese Borro delle Streghe di Castello di Ripa D’Orcia.
In Abruzzo riscontriamo una piacevole espressione del territorio abruzzese con il Rosso Riserva Caroso Montepulciano, di Codice Citra. Chiaramente alla nostra degustazione non potevano mancare i vini del Piemonte, dove con il Barolo Sarmassa dei Marchesi di Barolo, il Barolo Borgogno, percepiamo una piacevole sinfonia per il palato. Infine un’interessante esperienza con la bevanda Sake giapponese, a base di riso, della Showa.
Naturalmente è impensabile degustare tutte le etichette presenti a Vinitaly, altre le abbiamo sorseggiate in eventi collaterali e le racconteremo. Agli stand e agli eventi i produttori ai loro vini, spesso hanno affiancato il gesto dell’arte culinaria dei grandi chef stellati come Cera, Oldani, Bartolini, Luppi, Ghezzi, Romito, e cuochi della FIC associazione italiana cuochi, e quelli dell’associazione dell’JRE.
Un’affollata presenza di politici e vip a cercare di ritagliarsi spazi di visibilità a Vinitaly2018, bene quella degli assessorati del settore, eccellente quella del Governatore Zaia, oltre a fare gli onori di casa, non si dimentica la sempre vicinanza al mondo produttivo, e poi ha una marcia in più che gli giunge dall’amore per la terra della propria regione, il Veneto. Mentre gli altri leader o pseudo leader vederli a Vinitaly con tutto il loro “codazzo” rilasciano solo un’evidente sensazione di fastidio per la loro insignificante presenza.
Al grande evento vinicolo ha partecipato tutta la città di Verona, le boutique hanno accolto nelle loro vetrine le bottiglie dei vini italiani, e un programma culturale e di degustazioni, di musica e show, ha coinvolto le piazze della città in un percorso dedicato con le regioni Veneto, Emilia Romagna, Campania e Sicilia. Vinitaly and the City, si estesa anche ai suggestivi borghi di Soave, Valeggio Sul Mincio e Bardolino, soddisfacendo appieno gli appassionati winelover che vi hanno partecipato con oltre 60 presenze, un grande successo che apre nuovi orizzonti.
Dagli studi di ricerca di Vinitaly Wine Monitor, i numeri ci indicano come il primo paese produttore di vino con 40 milioni di ettolitri, e leader in 16 mercati mondiali. Nei prossimi cinque anni, abbiamo indici di forte crescita in Cina (38,5%), Russia (+27%), USA (+22%) e in Giappone (+10%), la strada da percorrere è una sola, valorizzare al massimo e con assoluta professionalità, la qualità e la peculiarità unica del nostro meraviglioso territorio. ( https://www.vinitaly.com/ )
di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
(24/04/2018)
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